Dobson per alta risoluzione - Prima parte
di Andrea Vanoni
Negli ultimi anni, grazie alle moderne tecnologie legate alle CCD dedicate è ritornato un notevole interesse per la ripresa Planetaria. Grazie anche ad un mercato in grado di offrire sensori con un rapporto prezzo-prestazioni interessante, ci si è potuti spingere a risoluzioni e dettagli fino a poco tempo fa degni solamente dei telescopi più grandi al mondo.
Ovviamente, strettamente collegato a questo argomento, vi è un'infinità di strumenti utilizzati per ottenere queste riprese; le configurazioni più comuni le conosciamo tutti e sono:
Il primo telescopio menzionato oltre ad avere radici storiche più antiche è quello che prenderemo in oggetto per questo articolo. Il secondo è il "classico" strumento tuttofare che l'astrofilo medio ha utilizzato almeno una volta nella sua vita. Compatto, leggero, capace di una notevole risoluzione. In questo caso "l'ammiraglia" è rappresentata dai vari CELESTRON C14 presenti sul mercato. Nel corso degli anni, innumerevoli Astrofili ci hanno regalato ottime immagini prodotte con questo strumento. Per non fare classifiche o graduatorie non cito gli interessati che comunque si conoscono molto bene. La terza configurazione è quella maggiormente dedicata alla ripresa planetaria che ha però la problematica del costo eccessivo superati i 200mm di diametro. Per quanto riguarda l'ultima configurazione, da qualche anno sta riscuotendo un notevole successo non solo in Italia ma in diverse parti del mondo.
Ecco quindi che l'astrofilo interessato all'alta risoluzione possiede un ventaglio di possibilità decisamente ampio, fautore anche un mercato in continua evoluzione con prezzi interessanti per tutte e 4 le configurazioni.
LA FILOSOFIA NEWTON
La filosofia della configurazione Newton è molto semplice, come anche il suo schema ottico. Uno specchio primario parabolico ed uno specchio secondario piano a 45° inseriti in una intubazione molto spesso di semplice realizzo che rendono il tutto decisamente competitivo rispetto ad altre configurazioni. Se pensiamo che fino a 300mm è possibile caricare un newton su una EQ6 ben bilanciata possiamo verificare attraverso vari siti come questa configurazione possa risultare economica. Ovviamente superato questo limite è necessaria talvolta una montatura in grado di sostenere pesi maggiori.
L'IDEA DEL DOBSON MOTORIZZATO
Ecco allora che l'astrofilo dedito all'alta risoluzione nel corso degli anni, per unire diametro generoso alla ripresa planetaria ha pensato di motorizzare questo strumento nato principalmente per uso visuale. La ripresa planetaria è infatti molto veloce e la rotazione di campo, appena accennata, viene compensata dai moderni software di stacking.
Uno dei primi astrofili a sperimentare questa soluzione è stato il buon Wes Higgins che già nel 2004 era in grado di sfornare questa tipologia di immagini con un dobson motorizzato:
http://higginsandsons.com/astro/Pictures-iin-templets/Clavius-11-05-04.htm
Questo ci mostra non solo come fosse un'idea già apparsa una decina di anni fa ma anche come si sia silenziosamente e umilmente fatta strada senza sensazionalismi di sorta o grida "al miracolo".
Il problema iniziale è quindi quello di possedere una motorizzazione in grado di inseguire il pianeta evitando vibrazioni di sorta. Ecco un primo punto che intendo analizzare con cura.
Ormai da qualche mese i dibattiti che a lungo hanno attanagliato i forum si sono placati e quindi mi permetto di fare alcune considerazioni. Si è parlato molto spesso di utilizzare a tale scopo DOBSON GOTO di marche commerciali presenti sul mercato (Skywatcher ad esempio). L'utente medio viene quindi "invitato" a sperimentare questi strumenti senza che realmente li si abbia testati: i modelli più frequenti infatti NON CONSENTONO UNA RIPRESA DI QUALITA', poichè con motori sottodimensionati e frizioni non idonee allo scopo. Ecco quindi che ci si trova con uno strumento dove si utilizza di più la pulsantiera che il computer per riprendere. Continue correzioni e movimenti inficiano la qualità finale della ripresa.
I prodotti commerciali quindi non vanno bene? .......Sbagliato, facciamo un po' di chiarezza.....
La ORION e la SKYWATCHER hanno da poco immesso sul mercato i medesimi dobson che abbiamo analizzato precedentemente, fornendoli di motori adeguati ad alta risoluzione che consentono una ripresa di qualità senza slittamento di frizioni.
Ecco quindi una prima distinzione che notiamo e che prende le distanze dai "consigli" decisamente affrettati dati sui vari forum.
Sotto viene quindi riportata un'immagine con un confronto tra i due modelli, il primo con motori classici, il secondo con motori adeguati. (questo non viene considerato, ne riportato in fase di consiglio)
Ovviamente, strettamente collegato a questo argomento, vi è un'infinità di strumenti utilizzati per ottenere queste riprese; le configurazioni più comuni le conosciamo tutti e sono:
- Newton
- Schmidt-Cassegrain
- Maksutov
- Dall-Kirkham
Il primo telescopio menzionato oltre ad avere radici storiche più antiche è quello che prenderemo in oggetto per questo articolo. Il secondo è il "classico" strumento tuttofare che l'astrofilo medio ha utilizzato almeno una volta nella sua vita. Compatto, leggero, capace di una notevole risoluzione. In questo caso "l'ammiraglia" è rappresentata dai vari CELESTRON C14 presenti sul mercato. Nel corso degli anni, innumerevoli Astrofili ci hanno regalato ottime immagini prodotte con questo strumento. Per non fare classifiche o graduatorie non cito gli interessati che comunque si conoscono molto bene. La terza configurazione è quella maggiormente dedicata alla ripresa planetaria che ha però la problematica del costo eccessivo superati i 200mm di diametro. Per quanto riguarda l'ultima configurazione, da qualche anno sta riscuotendo un notevole successo non solo in Italia ma in diverse parti del mondo.
Ecco quindi che l'astrofilo interessato all'alta risoluzione possiede un ventaglio di possibilità decisamente ampio, fautore anche un mercato in continua evoluzione con prezzi interessanti per tutte e 4 le configurazioni.
LA FILOSOFIA NEWTON
La filosofia della configurazione Newton è molto semplice, come anche il suo schema ottico. Uno specchio primario parabolico ed uno specchio secondario piano a 45° inseriti in una intubazione molto spesso di semplice realizzo che rendono il tutto decisamente competitivo rispetto ad altre configurazioni. Se pensiamo che fino a 300mm è possibile caricare un newton su una EQ6 ben bilanciata possiamo verificare attraverso vari siti come questa configurazione possa risultare economica. Ovviamente superato questo limite è necessaria talvolta una montatura in grado di sostenere pesi maggiori.
L'IDEA DEL DOBSON MOTORIZZATO
Ecco allora che l'astrofilo dedito all'alta risoluzione nel corso degli anni, per unire diametro generoso alla ripresa planetaria ha pensato di motorizzare questo strumento nato principalmente per uso visuale. La ripresa planetaria è infatti molto veloce e la rotazione di campo, appena accennata, viene compensata dai moderni software di stacking.
Uno dei primi astrofili a sperimentare questa soluzione è stato il buon Wes Higgins che già nel 2004 era in grado di sfornare questa tipologia di immagini con un dobson motorizzato:
http://higginsandsons.com/astro/Pictures-iin-templets/Clavius-11-05-04.htm
Questo ci mostra non solo come fosse un'idea già apparsa una decina di anni fa ma anche come si sia silenziosamente e umilmente fatta strada senza sensazionalismi di sorta o grida "al miracolo".
Il problema iniziale è quindi quello di possedere una motorizzazione in grado di inseguire il pianeta evitando vibrazioni di sorta. Ecco un primo punto che intendo analizzare con cura.
Ormai da qualche mese i dibattiti che a lungo hanno attanagliato i forum si sono placati e quindi mi permetto di fare alcune considerazioni. Si è parlato molto spesso di utilizzare a tale scopo DOBSON GOTO di marche commerciali presenti sul mercato (Skywatcher ad esempio). L'utente medio viene quindi "invitato" a sperimentare questi strumenti senza che realmente li si abbia testati: i modelli più frequenti infatti NON CONSENTONO UNA RIPRESA DI QUALITA', poichè con motori sottodimensionati e frizioni non idonee allo scopo. Ecco quindi che ci si trova con uno strumento dove si utilizza di più la pulsantiera che il computer per riprendere. Continue correzioni e movimenti inficiano la qualità finale della ripresa.
I prodotti commerciali quindi non vanno bene? .......Sbagliato, facciamo un po' di chiarezza.....
La ORION e la SKYWATCHER hanno da poco immesso sul mercato i medesimi dobson che abbiamo analizzato precedentemente, fornendoli di motori adeguati ad alta risoluzione che consentono una ripresa di qualità senza slittamento di frizioni.
Ecco quindi una prima distinzione che notiamo e che prende le distanze dai "consigli" decisamente affrettati dati sui vari forum.
Sotto viene quindi riportata un'immagine con un confronto tra i due modelli, il primo con motori classici, il secondo con motori adeguati. (questo non viene considerato, ne riportato in fase di consiglio)
Un'altra soluzione meno economica prevede l'utilizzo di motori dedicati tipo "Stellarcat" ad alta risoluzione. Il prezzo, unito ad un dobson di qualità è però maggiore anche se sicuramente il prezzo è giustificato da una buona (pare) qualità della motorizzazione.
PRO E CONTRO
Eccoci quindi ad un'altra rivelazione, che in realtà sarebbe quasi scontata, se non fosse per coloro che decantano la soluzione come fosse "oro colato". Iniziamo quindi dai limiti:
LIMITI
- Minor spazio di ripresa. Per chi, come me abita circondato da case, è chiaro che avere uno specchio che "tocca terra" non risulta una questione molto positiva dato che ci si mangia più di qualche grado sull'orizzonte. Potrebbe sembrare una considerazione stupida ma intendo non tralasciare NULLA: provate a pensare che solamente per questo motivo ad esempio, ci si può giocare come minimo un'ora di ripresa se vi è la complicità di un albero;
- necessità di un luogo ampio, di un carrello o di un'osservatorio a pareti completamente abbassabili: vedi sopra, il dobson richiede uno spazio considerevole di manovra: se un C14 può essere utilizzato anche da un balcone (vedi i Francesi), per un dobson è OVVIAMENTE fuori discussione;
- qualità del tracking altalenante nei prodotti commerciali (vedi sopra, ma basta dare informazioni corrette);
- mantenimento dell'assialità ottica da verificare in quanto può variare da esemplare a esemplare;
- collimazione del treno ottico su stella decisamente complessa: per non impazzire bisogna affidarsi al collimatore laser, meglio se Hotech.
PREGI
- Possibilità di sfruttare una grande apertura;
- Utilizzo universale (ovviamente tranne le riprese deepsky se non con pose brevi).
Abbiamo visto quindi come alcuni punti (peraltro molto semplici e intuibili) passano TOTALMENTE inosservati (forse volutamente) per chi consiglia questa tipologia di strumenti. Vi sono poi in alcuni casi, problematiche legate alla collimazione, al mantenimento di quest'ultima (quindi mantenimento dell'assialità ottica).
SIA CHIARO, il sottoscritto possiede un dobson ORION da 16" e ne è PIENAMENTE soddisfatto, con i limiti del caso (vedi aggiornamento sotto):
questo articolo è VOLUTAMENTE stato scritto per mostrare all'astrofilo che l'utilizzo del dobson in alta risoluzione "è una soluzione che ha anche dei difetti" e che, quindi, non serve a nulla non ammetterlo. Pubblicità eclatanti e che ci mostrano oggetti tendenzialmente "perfetti" ne vediamo tutti i giorni alla televisione.....ma chi non ha mai portato la macchina dal meccanico dopo averla comprata? :)
AGGIORNAMENTO
Volevo chiarire maggiormente un punto che probabilmente necessita di ulteriori delucidazioni: è vero che sono soddisfatto del mio telescopio ORION con i motori aggiornati, è anche vero che si tratta di una soluzione che rientra sempre nell'ambito delle scelte COMMERCIALI con le conseguenze del caso. Per esperienza personale ad esempio, mi sono visto sostituire lo specchio perchè segnato posteriormente. Fortunatamente in garanzia, uno specchio nuovo è arrivato prontamente. Potrebbe essere stato un errore produttivo isolato come invece la conseguenza di una variazione qualitativa di produzione. Certamente soluzioni più costose spesso (con alcuni casi isolati) offrono più sicurezza da questo punto di vista, anche e sopratutto come lavorazione dello specchio, più accurata in questo caso, diffraction limited (ma senza certificazione) in quelli commerciali. Oltre a questo, sono state apportate delle modifiche non invasive al sistema di acclimatamento ma qui parliamo di ottimizzazioni e non di problematiche di sorta e quindi usciremmo dal seminato. Spero con questo ultimo pensiero di aver chiarito maggiormente come bisogna sapere quello a cui si va incontro quando si opta per una soluzione di questo tipo, specialmente se commerciale.